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Il devastante incendio al complesso residenziale Wang Fuk Court di Tai Po, Hong Kong, ha causato 128 vittime confermate, con circa 200 persone ancora disperse dopo 42 ore di lotta contro le fiamme che hanno avvolto sette degli otto grattacieli.
L'incendio, scoppiato mercoledì pomeriggio dai piani inferiori di Wang Cheong House, si è propagato rapidamente grazie a impalcature in bambù, reti protettive e pannelli di polistirene infiammabili usati per ristrutturazioni. Almeno 79 feriti, inclusi 11 pompieri, e oltre 900 residenti evacuati in rifugi temporanei, molti anziani tra i 4.000 abitanti del complesso.
Le autorità sospettano che il fuoco sia partito da materiali edili non conformi, con le reti che hanno raggiunto i 500°C, rompendo finestre e diffondendo fiamme tra edifici adiacenti. Otto arresti tra funzionari dell'impresa edile per presunte violazioni di sicurezza antincendio, inclusi sigilli di finestre con schiuma ignifuga non regolamentare. Gli allarmi antincendio in tutti gli otto edifici risultano non funzionanti, con indagini in corso che dureranno 3-4 settimane.
Le operazioni di ricerca sono quasi concluse, con squadre che forzano l'ingresso in appartamenti da cui provenivano 25 chiamate di emergenza senza risposta, priorizzando piani alti. Il capo esecutivo John Lee ha ordinato ispezioni immediate su 11 progetti di ristrutturazione abitativa pubblica e visite agli ospedali, promettendo indagini approfondite. Il governo ha stanziato 300 milioni di dollari di Hong Kong (circa 38 milioni USD) in aiuti e 10.000 HKD per famiglia colpita, cancellando attività non essenziali.
Tra le vittime confermate, 89 non identificabili; un'app crowdsourced localizza dispersi per appartamento, inclusi domestici e anziani bloccati nelle scale. Questo disastro, il peggiore da decenni a Hong Kong, solleva interrogativi su norme di sicurezza in ristrutturazioni e resilienza urbana contro rischi infiammabili. Le autorità avvertono che il bilancio potrebbe salire ulteriormente con il completamento delle ricerche.
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