Il calcestruzzo, se sottoposto all’esposizione ad alte temperature che possono svilupparsi durante un incendio è soggetto a una forte degradazione sia superficiale che all’interno. Fenomeni come l’azione chimica delle acque meteoriche, l’azione fisica dei cicli di gelo e disgelo, fenomeni di fatica dovuta ai carichi, possono nel tempo indurre il calcestruzzo a perdere le proprie caratteristiche protettive verso il ferro al suo interno.
Per poter eliminare le parti deteriorate, siamo in grado di intervenire con tecniche e strumenti appositamente studiate per lo scopo come l’idrodemolizione o la idroscarifica.
La idrodemolizione e la idroscarifica, rappresentano una tecnica che attraverso getti d’acqua ad altissima pressione garantisce una rimozione selettiva, asportando solo il calcestruzzo deteriorato ed evitando il danneggiamento delle armature e delle parti sane.
COME AGISCONO L'IDRODEMOLIZIONE E L'IDROSCARIFICA?
L’acqua ad altissima pressione spruzzata sul calcestruzzo ammalorato penetra nelle porosità creando una forte pressione interna che porta al distacco delle parti deteriorate. La rimozione selettiva del calcestruzzo deteriorato consente di conservare le parti sane e preservare le armature e le microfessurazioni superficiali causate dall’impatto dell’acqua sul calcestruzzo creano un aspetto “rugoso” che favorisce la stesura dei materiali di ricostruzione.
L’idrodemolizione e l’idroscarifica rappresentano quindi uno step obbligatorio per qualsiasi intervento di recupero che derivi da danni post sinistro o da normali interventi di recupero edilizio-strutturale.
Le tecniche di idrodemolizione e di idroscarifica hanno anche ampio utilizzo nelle manutenzioni industriali come la rimozione di residui coriacei da vasche, reattori, scambiatori e cisterne anche senza l’utilizzo di operatori. Inoltre, è possibile effettuare taglio a freddo per diversi tipi di materiali.