Clima 2040: la battuta d’arresto dell’Eurocamera

Il recente voto del Parlamento europeo sulla procedura d’urgenza per il target climatico 2040 segna una svolta inattesa nel percorso dell’Unione verso la neutralità climatica. La richiesta di accelerare l’adozione del nuovo obiettivo, avanzata da Socialdemocratici, Verdi e Liberali, è stata bocciata con 379 voti contrari e 300 favorevoli. La decisione riflette una crescente polarizzazione politica sul tema e rischia di rallentare l’intero iter legislativo, proprio mentre la crisi climatica impone scelte rapide e coraggiose.

Cosa prevedeva la proposta

L’urgenza era motivata dalla necessità di arrivare a un accordo prima della COP30 di Belém, in Brasile, e dare così un segnale forte sulla leadership europea nella lotta al cambiamento climatico. Il nuovo target proposto dalla Commissione Europea prevede una riduzione netta del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di una tappa intermedia fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, già sancita dalla Legge europea sul clima.

Implicazione per la politica climatica europea

  • Ritardi potenziali: Senza la procedura d’urgenza, il voto finale potrebbe slittare oltre ottobre, rendendo più difficile per l’UE presentarsi compatta ai negoziati internazionali.

  • Leadership a rischio: La mancanza di una posizione chiara e tempestiva rischia di indebolire la credibilità europea proprio mentre gli Stati Uniti stanno ridimensionando i propri impegni climatici.

  • Criticità: La proposta della Commissione introduce anche la possibilità di compensare fino al 3% delle riduzioni tramite progetti in Paesi extra-UE, una misura che ha già sollevato dubbi tra esperti e ONG sul rischio di “outsourcing” delle responsabilità climatiche.

Conclusione

Il voto dell’Eurocamera rappresenta un banco di prova per la coesione europea sulla transizione verde. Se da un lato la strategia climatica dell’UE resta tra le più avanzate al mondo, dall’altro la frammentazione politica rischia di frenare l’azione proprio nel momento in cui la crisi climatica richiede risposte rapide, ambiziose e condivise.

Fonti:

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