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L’estate 2025 ha segnato un record drammatico per incendi boschivi nel Mediterraneo orientale, con centinaia di focolai che hanno devastato vaste aree in Turchia, Cipro e Grecia, causando oltre 20 morti e l’evacuazione di più di 80.000 persone. Secondo uno studio del gruppo scientifico World Weather Attribution (WWA), le condizioni meteorologiche estreme alla base di questi incendi sono state rese 10 volte più probabili a causa del cambiamento climatico causato dall'uomo.
La ricerca ha evidenziato che le ondate di calore, le condizioni di aridità estrema e i forti venti, tipici del periodo estivo nell’area del Mediterraneo orientale, sono oggi molto più intensi e frequenti rispetto all’epoca preindustriale. In particolare:
La temperatura media globale è aumentata di circa 1,3°C rispetto all’era preindustriale, aumentando di circa 22% l’intensità delle condizioni favorevoli agli incendi.
La combinazione di calore intenso, venti forti e vegetazione secca è passata dall’essere un evento atteso ogni 100 anni a una probabilità di manifestarsi ogni 20 anni.
La pressione dell’aria e la mancanza di precipitazioni, con un calo del 14% della piovosità invernale nell’area dal periodo preindustriale, hanno reso il clima regionale particolarmente vulnerabile agli incendi.
Questi fattori climatici, combinati a cause umane come incendi dolosi o incidenti, hanno scatenato focolai rapidi e difficili da controllare, mettendo a dura prova i sistemi di emergenza e protezione civile.
Le tragedie del 2025 includono:
17 vittime in Turchia, tra cui 10 vigili del fuoco rimasti intrappolati dai cambiamenti improvvisi del vento.
2 morti a Cipro e 1 in Grecia.
Danni estesi a oltre un milione di ettari di terreno bruciato, una superficie superiore a molti paesi europei.
Evacuazione massiccia di popolazioni nelle aree più colpite.
Le autorità locali e internazionali hanno mobilitato centinaia di vigili del fuoco, con supporto aereo e di vari Paesi vicini, ma la frequenza e l’intensità degli incendi superano ormai la capacità di risposta tradizionale.
I ricercatori del WWA sottolineano l’importanza di una transizione rapida dalle fonti fossili di energia per contenere l’aumento delle temperature globali e ridurre la frequenza di incendi estremi. Nel frattempo, è necessario:
Potenziare le strategie di prevenzione e gestione del territorio, come la riduzione della vegetazione secca e campagne di sensibilizzazione.
Migliorare la preparazione delle comunità a rischio, soprattutto nelle interfacce urbano-forestali.
Rafforzare la cooperazione internazionale per il supporto alle emergenze.
Senza interventi decisi, eventi come gli incendi del Mediterraneo orientale potrebbero diventare la norma, con danni sempre più gravi per vite umane, infrastrutture e biodiversità.
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